Petizione contro il Decreto Gelmini

Al Presidente del Senato della Repubblica, On. Renato Giuseppe Schifani
Piazza Madama – 00186 Roma
Fax 06 6706 3522
Al Presidente della Camera dei Deputati, On. Gianfranco Fini
Piazza Montecitorio – 00186 Roma
Fax 06 6706 2022
 
Petizione
ai sensi art. 50 della Costituzione della Repubblica Italiana
   
Io sottoscritta/o                                           
nata/o a                    il
e residente a                
in Via/Piazza                                         , c.a.p.             
email                                                      
codice fiscale
tessera elettorale n.
 
VISTO
 
· Il DL 137/2008, inerente “Disposizioni urgenti in materia di istruzione e università” che recita: “Ritenuta la straordinaria necessità ed urgenza di attivare percorsi di istruzione di insegnamenti relativi alla cultura della legalità ed al rispetto dei principi costituzionali, (…) adeguare la normativa regolamentare all’introduzione dell’insegnante unico nella scuola primaria (…)”
· Il disegno di legge 953 presentato il 12 maggio 2008 inerente “Norme per l’autogoverno delle istituzioni scolastiche e la libertà di scelta educativa delle famiglie, nonché per la riforma dello stato giuridico dei docenti”
 
CONSIDERATO
 
· Che il DL 137 introduce disposizioni urgenti in materia di istruzione e università senza avere alcun progetto educativo pedagogico sottostante.
· Che il DL 137 avendo la forma del decreto legge elude il dibattito parlamentare ed un qualsivoglia confronto con la scuola reale e con chi la rappresenta.
· Che il DL 137 introducendo l’insegnante unico nella scuola primaria (art. 4) con la riduzione dell’orario scolastico a 24 ore settimanali vanifica di fatto, aldilà di ogni dichiarazione verbale, il tempo pieno.
· Che la riduzione dell’orario scolastico a 24 ore settimanali rende impossibile la suddivisione delle materie disciplinari tra i diversi docenti, rende impossibile la didattica del recupero e dell’arricchimento dell’offerta formativa trasformando, di fatto, la scuola in una alfabetizzazione strumentale di base (leggere, scrivere, far di conto). 
· Che le indagini nazionali (INVALSI) e internazionali (IEA-PIRLS) testimoniano della qualità ed eccellenza della scuola primaria italiana che si posiziona ai primi posti delle graduatorie internazionali mentre il modello proposto nel decreto legge rinuncia alla sfida della modernità (dove sono andate a finire le “tre i”?) ripiegando su una visione superata dell’istruzione.
· Che il Disegno di Legge 943/2008 mira a trasformare le scuole da Istituzioni Scolastiche a Fondazioni (art. 2), con Consigli di Amministrazione che “nei limiti delle disponibilità di bilancio(..)hanno compiti di indirizzo generale dell’attività di istruzione scolastica” (art.5).
· Che il Disegno di Legge 943/2008 trasforma l’offerta formativa da nazionale a regionale “ogni singola regione e provincia autonoma attribuisce le risorse finanziarie pubbliche disponibili alle istituzioni scolastiche accreditate” (art. 11) ponendo fine alla scuola che opera secondo indirizzi unitari su tutto il territorio nazionale formando la cittadinanza italiana;
· Che lo Stato ha il dovere costituzionale di garantire a tutti parità di accesso alla scuola.
· Che l’educazione resta un diritto universale e lo Stato deve garantire diritti per loro stessa natura uguali per tutti.
· Che è improprio che uno Stato affermi che le famiglie debbano poter scegliere la scuola migliore e scartare quella peggiore asserendo che la concorrenza possa risolvere le carenze della scuola poiché è lo Stato stesso che deve garantire una scuola buona per tutti selezionando il personale adeguato e fornendo strutture adeguate a tutte le scuole del territorio nazionale.
· Che la ricchezza di una nazione dipende fondamentalmente dai suoi fattori produttivi tra i quali il Capitale Umano (ovvero, la dotazione culturale, sociale ed intellettuale degli individui ) ne costituisce il fondamento e che una nazione che non solo non promuove il capitale umano ma lo destituisce, è una nazione che sta ipotecando il suo futuro.
 
CHIEDO
 
che in sede di conversione in legge del DL 137/2008 sia soppresso l’articolo 4 (l’insegnante unico nella scuola primaria) e dunque rimanga in vita il tempo pieno di 40 ore settimanali stabilito secondo gli indirizzi della legge 820 del 1971 in base alla quale il tempo pieno è un modello educativo unitario e coerente e non un dopo scuola e che, in sede di discussione del Disegno di Legge 943/2008, si apra un vero dibattito parlamentare con tutte le parti interessate affinché la scuola rimanga pubblica ed i programmi scolastici siano unitari su tutto il territorio nazionale perché il diritto allo studio non sia posto alla pari di una qualunque voce di bilancio ma sia ad esso data la priorità che gli appartiene quale pietra fondante per lo sviluppo, la crescita ed il benessere del nostro paese e dei suoi cittadini.
 
Cordialmente, in attesa di una vostra risposta come dall’articolo 141, comma 3, del Regolamento del Senato e Capo XXV, art. 109 Regolamento della Camera.
 
Firma
Cittadino Italiano

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